San Michele e San Girolamo: Una Celebrazione di Tradizione e Storia a Mestre
Il 29 settembre è una data di festa a Mestre, una città che celebra le sue profonde radici religiose e storiche attraverso il culto dell’arcangelo Michele, il suo patrono ufficiale. Tuttavia, la ricorrenza di San Michele si intreccia con altre figure e tradizioni, rendendo questo giorno un momento speciale per riflettere sulle leggende e sulla cultura locale.
Un Giorno, Due Santi: San Michele Arcangelo e San Girolamo
Oggi, mentre i ritmi della festa allietano la città, celebriamo due figure importanti: San Michele Arcangelo e San Girolamo. San Michele, il guerriero celeste, è considerato il vero patrono di Mestre, anche se il Duomo cittadino è intitolato a San Lorenzo Martire, che rimane riconosciuto come co-patrono. Infatti, nel XIX secolo, la città onorava San Lorenzo con una fiera che si teneva il 10 agosto, una tradizione oggi scomparsa ma ancora viva nella memoria collettiva.
Il 29 settembre, Mestre si veste a festa per celebrare il suo patrono, l’arcangelo Michele.
Questa data non è solo un’occasione religiosa, ma rievoca anche importanti episodi della storia della città, legati tanto alla diplomazia quanto alla gastronomia. Al centro di tutto c’è il famoso “Patto del Gnocco,” una tradizione che affonda le radici in una leggenda curiosa e in secoli di storia cittadina.
La Disputa con Mirano e il Patto del Gnocco
Nel XV secolo, la rivalità tra Mestre e la vicina Mirano, entrambe con San Michele come patrono, raggiunse il culmine. Le due città, distanti una decina di chilometri, desideravano celebrare la fiera patronale negli stessi giorni, creando una competizione per attrarre i visitatori. Per risolvere la disputa, il Senato Veneto decretò nel 1477 che Mirano avrebbe anticipato i festeggiamenti a ridosso di San Matteo (21 settembre), lasciando a Mestre la data del 29 settembre.
Secondo la leggenda, i mestrini convinsero i miranesi a cedere loro il giorno di San Michele in cambio di un piatto di gnocchi, offerto ai capifamiglia di Mirano. Questo accordo, passato alla storia come il “Patto del Gnocco,” divenne simbolo di ingegno e diplomazia culinaria. Anche se gli gnocchi dell’epoca non erano fatti con le patate – introdotte in Europa solo nel XVI secolo – rappresentavano già un piatto simbolico, preparato con ingredienti semplici ma ricchi di significato.
Gli Gnocchi Antichi: Una Ricetta della Tradizione
Gli gnocchi italiani più antichi, conosciuti prima dell’introduzione della patata, erano preparati con pane raffermo e farine di cereali. Questi piccoli bocconi, strappati a mano, erano spesso arricchiti con ingredienti come spinaci, zucca, frutta secca, latte e formaggio, creando piatti unici come i “zanzarelli” medievali o rinascimentali, descritti nel “Libro de arte coquinaria” di Maestro Martino da Como (1450 circa). Questi gnocchi, spesso serviti in brodo, erano un simbolo di ricchezza e fasto, particolarmente apprezzati durante feste o celebrazioni.
Solo nel XVI secolo, con l’arrivo della patata in Italia grazie ai Carmelitani Scalzi, gli gnocchi iniziarono ad assumere la forma che conosciamo oggi. Tuttavia, le ricette antiche rimangono un’importante testimonianza della creatività culinaria italiana.
Gnocchi o Macaroni alla Venessiana
Questa è la ricetta degli gnocchi antichi senza patate, detti per secoli macaroni, i protagonisti dell’opera geniale di Teofilo Folengo alias Merlin Cocai nel poema Baldus, detto appunto opus maccaronicus.
Procedimento (con quantità) per sei persone: bollire in una pentola mezzo litro di latte e 225 (duecentoventicinque) grammi di burro. Versare 300 (trecento) grammi di farina, e un po’ di sale, mescolando con forza con un cucchiaio di legno. Aggiungere 225 (duecentoventicinque) grammi di formaggio parmigiano. Quando la pasta comincia a staccarsi dalle pareti, metterla su un piano e lasciarla raffreddare. Dividere la pasta in filoncini e tagliare i filoncini in gnocchi.
Mettere a bollire una pentola di acqua salata, e versare gli gnocchi. Quando salgono in superficie sono pronti. Si condiscono con burro, parmigiano e noce moscata o cannella. A piacere anche con pepe e alloro. Oppure con il seguente tradizionale sugo di castrà.
Sugo di Castrà per gli Gnocchi
Ingredienti per sei persone: un chilo circa di carne di montone castrato; sedano, carota, cipolla; rosmarino e alloro; vino bianco; un po’ di concentrato di pomodoro; olio d’oliva, sale e pepe.
Procedimento: tritare il sedano, la carota, la cipolla, il rosmarino. In una padella mettere olio, alloro e soffriggere le verdure. Aggiungere la carne e rosolare. Aggiungere il vino bianco e evaporare. Aggiungere il concentrato di pomodoro, un po’ di acqua, sale, pepe e cucinare per minimo due ore.
San Michele e la Storia di Mestre
La festa di San Michele non è solo un momento di devozione religiosa, ma anche un’occasione per ricordare due eventi storici cruciali per la città di Mestre. Il primo risale al 29 settembre 1337, quando il comandante delle armate veneziane, Andrea Morosini, riuscì a corrompere 400 mercenari tedeschi al servizio degli Scaligeri, offrendo loro 10.000 fiorini. I mercenari tradirono il loro comandante e consegnarono Mestre ai veneziani senza combattere. Questo evento segnò l’inizio del dominio veneziano sulla città e divenne una data simbolica per Mestre.
Il secondo evento importante avvenne il 29 settembre 1513, quando Mestre subì un assalto devastante da parte di spagnoli e lanzichenecchi. Nonostante le gravi perdite, i mestrini rimasero fedeli alla Serenissima, e il Senato Veneto riconobbe questa fedeltà aggiungendo al loro stemma araldico le lettere “M” e “F” (Mestre Fidelissima), un titolo d’onore che celebra il sacrificio e il coraggio dei cittadini.
La celebrazione di San Michele a Mestre non è solo una ricorrenza religiosa, ma un intreccio di storia, leggenda e tradizione gastronomica. Il “Patto del Gnocco” e le ricette antiche che lo accompagnano ci ricordano l’importanza di preservare le nostre radici culturali, unendo il passato al presente in un festeggiamento che coinvolge tutta la comunità. Il 29 settembre, mentre si gustano gli gnocchi con il castrato, si rievocano secoli di storia mestrina, celebrando non solo il patrono, ma anche l’identità stessa della città.
Buon San Michele a tutti, e buon appetito!