Breve storia della Torre civica di Mestre
4 Giugno 2024La torre civica, originariamente parte di un sistema difensivo della città murata che consisteva in ben undici torri e torresini, fin dal 1573 fu corredata di un orologio pubblico e di un “Deputato alla Custodia, e regolazione del medesimo” anche se dalla documentazione attualmente nota non si conoscono i particolari del meccanismo che alimentava l’antico orologio (Barcella, 1839).
E’ certo, comunque, che nel 1824 la Delegazione municipale di Mestre approva una ordinanza “…per la ricostruzione dell’orologio comunale di Mestre, stabilito nella Torre sopra la Piazza delle Legne…” che dà l’avvio tra il 1826 ed il 1828, su precisa relazione dell’Ing. Barbon, ad importanti lavori di ristrutturazione. Alla torre venne aggiunta l’attuale merlatura ed una specifica commissione, composta da Girolamo Querini, Antonio Moro e Pietro Du Bois, coordinò la ristrutturazione dell’orologio ed la sostituzione della macchina che lo alimentava: nel 1827 la Cesarea Regia Delegazione provinciale autorizza i lavori sottolineando, altresì, che “si attende con sollecitudine la proposizione di vendita del vecchio orologio” (Barizza, 1992).
Gli interventi furono condotti dai provetti mastri trevigiani l’orologiaio Giovanni Fiorentin ed il meccanico Giuseppe Negrato: fu rifatto il quadrante sud in numeri arabi, eliminato un piccolo torricino ottagonale che sovrastava alla campana perché ne attutiva il suono e la stessa fu fissata su un blocco di pietra d’Istria sorretta da due sostegni in ferro, nella forma che ancor oggi si vede.
La funzione che la campana svolgeva, infatti, era considerata della massima importanza perché, oltre a battere le ore, i quarti e la mezza, serviva a regolare l’orario della scuola elementare, del consiglio comunale, nonché i giorni stabiliti per il vaccino contro il vaiuolo, momenti di diplomazia cittadina, gli allarmi per incendio o pericolo di inondazione ed altri di carattere straordinario.
Dal 1861 al 1877 l’orologio mostrò segni di cattivo funzionamento e sarà soggetto a continui interventi di manutenzione affidati all’orologiaio di Mestre Geremia Crivellaro.
Nel 1877 il meccanismo dell’orologio viene sostituito con una nuova macchina fornita dall’orologiaio di Udine Francesco Ceschiutti; parimenti la torre subì un pesante restauro con la eliminazieone di consistenti tratti di intonaco che ancora conservavano strati di antichi affreschi e venne lasciata come è adesso, a mattoni a vista ed i vani interni furono affittati a tal Antonio Gava sia per abitazione che per l’attività di caffettiere, con il compito di “custodia e regolazione” dell’orologio (Barizza, o.c.; Voltolina, 2001).
Nel 1902 l’orologio della torre, dopo anni di nuovi progetti e proposte tesi a rendere più leggibili le ore ed i minuti, ma anche per renderlo simile a quello della Torre dell’Orologio di Piazza San Marco a Venezia, subì l’apertura ai lati del quadrante di due finestrini che dovevano così facilitare la lettura di ore e minuti. Il nuovo meccanismo, proposto e fornito dalla locale ditta Luigi Cercato e che poggiava su tamburi ruotanti illuminati da corrente elettrica, evidenziò fin dall’inizio un cattivo funzionamento; tuttavia, solo nel 1909, a seguito di preciso parere di Francescio Ceschiutti, costruttore della vera e propria macchina dell’orologio, fu staccato definitivamente.
Neri primi anni 90 del XX secolo la torre fu sottoposta ad un radicale restauro da parte dell’arch. Guido Zordan che la portò all’aspetto attuale: nel 1992 la secolare macchina del Ceschiutti venne, così, sostituita da meccanismi elettronici forniti dalla ditta Trebino di Uscio (GE), specializzata fin dal 1824 proprio nei meccanismi per orologi da torre (Zordan, 1989 & 2001).
Dopo tanti anni di silenzio, dal 31 ottobre 2019 alle ore 12.00, torna a suonare la campana della Torre civica di Mestre.
Bibliografia essenziale
Barcella B., 1839, Notizie storiche del Castello di Mestre dalla sua origine all’anno 1832 e del suo territorio. Poggi editore, Venezia.
Barizza S., 1992, Mestre e la sua piazza. Il Cardo Editore, Venezia.
Barizza S., 2003, Storia di Mestre. La prima età della città contemporanea. Il Poligrafo Editore, Padova.
Bergamo P., 1963, I restauri della Torre di Mestre del 1878. Quaderno Studi Ricerche del Centro St. Stor. Mestre, 2.
Voltolina P., 2001, Mestreb attraverso le medaglie. Edizioni Voltolina, Mestre (VE).
Zordan G., 1989, La Torre Civica di Mestre – Progetto di recupero. Arsenale Editore, Venezia.
Zordan G., 2001, Lo spazio delle relazioni. Tre progetti pert il centro storico di Mestre. Marsilio Editore, Venezia..
M9
2 Giugno 2024M9 è il museo della Storia italiana del XX secolo. Per l’Italia, forse più che per altri Paesi, il XX secolo è stato quello delle più grandi contraddizioni: miglioramenti rapidi e prima impensabili nelle condizioni di vita e nel benessere della popolazione si sono affiancati a tragedie immani come le guerre più distruttive che si ricordi e guerre senza precedenti. recessioni economiche. Questi sviluppi e la devastazione hanno avuto un profondo impatto sulle condizioni di vita, sulle abitudini e sulla cultura dell’Italia fino al XXI secolo inoltrato.
Questo viaggio collettivo si è svolto nel corso di più di un secolo e prende vita in un museo originale, innovativo ed emotivamente coinvolgente che adotta la tecnologia multimediale e interattiva al servizio della narrazione storica. I visitatori sono immersi nel cambiamento della cultura, degli stili di vita, dei paesaggi naturali/urbani, delle scienze e dei modi di lavorare che hanno caratterizzato l’accelerazione imposta dalla storia al XX secolo e che è ancora in corso. Comprenderanno le azioni della popolazione, dell’economia e della politica dietro questi cambiamenti e che hanno interagito con essi.
Vivranno l’emozione di trovarsi in una piazza affollata ad ascoltare grandi oratori; si sentiranno schiacciati dall’esperienza di due grandi guerre; si renderanno conto della durezza del lavoro in fabbrica, essendo sottoposti al ritmo della catena di montaggio; potranno immergersi negli abiti, nelle case e nelle cucine dei bisnonni, dei nonni e dei genitori, rivivendone la quotidianità; vedranno cambiare le campagne e le città; riscopriranno tutti i dialetti italiani, e molto altro ancora. Il Museo del Novecento è un luogo – alcuni l’hanno chiamato la “piazza” – dove gli italiani e tutti coloro che sono interessati all’Italia possono incontrarsi, esplorare le proprie origini e come si sono sviluppate le cose intorno a noi, nonché come proiettarle nel mondo. futuro.
Ville e Mulini
31 Maggio 2024Sono oltre 40 le ville antiche e 6 i mulini presenti nel territorio di Mestre, testimonianza e memoria di un rapporto importante e intenso tra città e attività agricole, di una vita sociale ed economica strettamente legata alla natura, alle acque, nonché dell’attenzione e dell’amore secolare della Serenissima per la Terraferma: Villa Erizzo, Villa Querini, Villa Zajotti, Villa Draghi, Villa Malvolti, Villa Bragadin, Villa Pezzana e tante altre già descritte mirabilmente da Carlo Goldoni, che verso la fine del Settecento definiva Mestre come una piccola Versailles. Molte le ville abbattute e demolite, come ad esempio Villa Gradenigo nel 1806, che sorgeva ove oggi si trova la caserma Matter, e Villa Zen ai Quattro Cantoni, demolita nel 1818.
I FORTI
31 Maggio 2024Tra Ottocento e Novecento, francesi, austriaci e italiani edificarono a Mestre diverse fortificazioni che, analizzate in un insieme unico con quelle edificate dalla Serenissima in laguna, formarono un’articolata cerniera difensiva. In terraferma si edificò un vero e proprio “campo trincerato”. Nei manuali di ingegneria militare ottocenteschi, con “campo trincerato” si definisce una serie di fortificazioni permanenti disposte attorno a un nucleo. Nel piano difensivo dell’esercito italiano di fine Ottocento Mestre era una piazza fondamentale poiché impediva eventuali marce verso l’interno del paese da parte di possibili invasori provenienti da Oriente. Il piano si sostanziava in diversi forti che si integrassero con quelli già esistenti. In totale i forti che compongono il campo trincerato di Mestre sono dodici. Da nord verso sud: Forte Pepe, Forte Cosenz, Forte Rossarol, Forte Mezzacapo, Forte Carpenedo, Forte Bazzera, Forte Gazzera, Forte Sirtori, Forte Marghera, Forte Manin, Forte Tron, Forte Poerio.